Il franchising si rilancia e cresce: nel 2015 il giro d’affari si è attestato a 23,3 miliardi di euro, un valore importante se si pensa che è pari all’1% dell’intero prodotto interno lordo italiano.

Il dato è riportato dal Rapporto Assofranchising Italia 2015, curato da Assofranchising in collaborazione con l’Osservatorio Permanente sul franchising.

La notizia è per noi interessante perché il segmento trainante è quello alimentare, probabilmente complice anche Expo2015: stando sempre ai numeri del rapporto la ristorazione in franchising è passata da 2 miliardi di fatturato nel 2013 ai 2,5 miliardi del 2015, registrando una crescita del 25%.

I format

Il franchising, come è noto, sono strettamente legati al concetto di “format”, ovverosia la formula con cui si articola l’attività del negozio a partire dall’arredo per finire al prezzo di vendita.

I nuovi format nati nel 2015 avrebbero dato una spinta positiva al mercato del franchising ristorativo: american diners, bistrot e bar vegani, patatine e pollo fritto, street food mobile, proposte etniche (messicani, sush etc). Si è poi registrata la crescita di bar, pub, enoteche e chupiterie.

In Italia il numero totale delle insegne attive sono 950 (+0,8% rispetto al 2014) e il numero dei punti vendita sono oltre 50mila.

Per insegna il numero medio dei punti vendita è 53.

La crescita del franchising creando valore crea anche occupazione: i dipendenti sono oggi 190mila (in media 3-4 addetti per pubblico esercizio).

La regione più dinamica

La regione con maggior numero di punti vendita franchising è la Lombardia (15% del totale italian); la segue il Lazio e la Campania (in crescita).